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giovedì 30 settembre 2010

Merceologia tessile: c'è madreperla e madreperla

In questa piccola sezione vorrei inserire alcuni dettagli tecnici che possono permettere a chi non è del settore non solo di riconoscere ed apprezzare la qualità ma anche e soprattutto capire la differenza tra l'apparire e l'essere.
Iniziamo con un argomento affascinante: la madreperla.
Innanzitutto per sapere se un bottone o in generale un accessorio è di vera madreperla basta avvicinarlo alla bocca o toccarla con la mano e notare se rimane fredda . Il poliestere, imitazione madreperla, infatti avrà una temperatura ambiente quindi risulterà caldo mentre la madreperla, anche se lasciata sotto il sole a 40° per tutto il giorno non si riscalderà mai ma tenderà a rimanere fredda al contatto.
Fate la prova e vedrete quanti bottoni che sembrano di madreperla (e le imitazioni a volte sono veramente irriconoscibili) sono in realtà di polyester. Chiaramente la plastica costa almeno 1/3 della madreperla.
la madreperla proviene dalle conchiglie. Si tratta di un materiale assolutamente ecosostenibile visto che si tratta di uno scarto: le conchiglie coltivate per ottenere le perle andrebbero buttate. vengono invece utilizzate per fare bottoni, fibbie etc...
così come le conchiglie, se ci spostiamo da un paese all'altro sono diverse, così la madreperla non è tutta uguale.
La più facile da trovare è la agoya. si tratta di una conchiglia conica dal colore grigio chiarissimo. lo spessore di questa madreperla è molto sottile quindi i bottoni realizzati con questo tipo di madreperla, a causa dello spessore, saranno un po' fragili.
La tipica madreperla bianca dei bottoni delle camicie si chiama Trocas e proviene dall'India. Simile a questa qualità ma un po' più lucida è il Sudan. Proviene dal mar rosso e spesso è difficile distinguerle.
La madreperla più preziosa e costosa è l'australia. Mentre tutte le altre conchiglie hanno forme coniche l'australia ha una forma a padella. Può essere anche molto grande (se non coltivata) ed è bianca con venature cangianti che vanno dal giallo al rosa. E' la madreperla più bella, difficile anche da riprodurre in polyestere e per questo è anche la più costosa.

anche il cartellino....


...è realizzato completamente a mano grazie ai timbri e alla pasta di sale.

il lino e la spugna




Alcune immagini degli asciugamani in spugna e in lino.


La spugna è di cotone biologico 100% e a differenza delle altre spugne non solo asciuga ma più viene lavata più diventa morbida.


Il lino è un lino biologico coltivato e lavorato esclusivamente in italia. Molto fine come trama ha una mano dolcissima.


la scatola regalo


Questa è la scatola regalo per la linea casa.

il nido d'ape


Molti di voi avranno già visto dal vivo i miei asciugamani nido d'ape. Per gli altri che non hanno avuto il piacere di toccare con mano la qualità e la morbidezza di questo tessuto realizzato interamente con cotone biologico 100% potranno farsi un'idea guardando le foto in allegato.

Ho voluto realizzare anche formati più piccoli da utilizzare per il viso.

scaldamani




Per il natale ho voluto creare alcuni scaldamani. Si tratta di sacchetti riempiti di noccioli di ciliegia. La caratteristica dei noccioli di ciliegia è quella di immagazzinare calore o freddo e rilasciarlo lentamente. si possono quindi scaldare o raffreddare sul termosifone, nel forno o nel frigo.


Naturalmente sono realizzati tutti con cotone biologico e vera madreperla.


mercoledì 29 settembre 2010

c'è sempre da imparare

Mi piange il cuore ma un motivo per cui l'abbigliamento italiano è in crisi c'è.
Nella mia continua ricerca di nuovi tessuti e materiali mi sono imbattuta in un fornitore olandese che vende tessuti biologici e prodotti in europa o, nel caso del cotone, in cina con criteri equosolidali.
Ho chiesto informazioni e campioni così come ho fatto per tutti i fornitori italiani.
E qui nasce la differenza.
I fornitori italiani se non vedono un nome altisonante rispondono con difficoltà e almeno dopo due solleciti e 5 giorni lavorativi.
Questo fornitore, memore del fatto che ogni cliente, piccolo o grande, è prezioso mi ha risposto il giorno stesso e oggi, a 1 giorno dalla richiesta mi ha mandato anche i campioni senza chiedermi nè contributi di spese di trasporto nè tremila referenze.
Abbiamo ancora molta molta strada da fare...

la trattativa si fa dura..

Punto di forza dei miei prodotti è il made in italy. E' un principio da cui non voglio assolutamente prescindere e sono orgogliosa di questo. Le lavorazioni sono realizzate tutte in Italia mentre i tessuti, dove possibile, provengono da aziende che coltivano la fibra e la tessono interamente nel nostro paese.
tuttavia i problemi maggiori li ho proprio con i fornitori di tessuto italiani.
Purtroppo il nostro sistema produttivo è ancora legato a una realtà manifatturiera che consumava grandi quantità. Riconvertire un'azienda abituata a vendere 10.000 metri per ogni articolo a un giro d'affari molto ridotto a causa della crisi dei consumi e alla delocalizzazione mi rendo conto è molto difficile tuttavia gli imprenditori che hanno vissuto gli anni d'oro del boom economico dovrebbero rendersi conto che il mondo è definitivamente cambiato e se vogliono tornare ai vecchi numeri devono necessariamente scommettere su realtà nuove e sostenerle piuttosto che pretendere di guadagnare la stessa percetuale che cercano di ottenere dalle grandi aziende che purtroppo fuggono in massa verso l'estero.
Spero di riuscire ad ottenere un accordo senza dover riempire il mio angusto locale magazzino di pezze o senza annullare il mio già esiguo guadagno per i sovrapprezzi

lunedì 27 settembre 2010

l'inizio...

Mi presento: sono un'incosciente.
Ho voluto creare una mia linea di abbigliamento che seguisse i principi di sostenibilità, risparmio energetico e accessibilità. I miei capi infatti sono tutti realizzati con materiali completamente naturali: cotone biologico, canapa, seta. Tinti con le tinture naturali e prodotti completamente in Italia da piccoli laboratori artigiani. Ho deciso consapevolmente di vendere i miei capi direttamente e di non rivolgermi ai negozi per evitare il loro ricarico e avere quindi dei prezzi accessibili. L'idea è piaciuta e ora eccomi qui: in piena fase produttiva. Il blog è nato per questo. In una bellissima giornata di settembre, con le previsioni preannunciano brutto. ho voluto iniziare a scrivere per poter mostrare quanto lavoro c'è dietro il mondo della moda. Al di là delle passerelle e dei lustrini, al di là dei negozi scintillanti e degli outlet tutti i capi di abbigliamento dalla maglietta del mercato al cappotto di Dior subiscono gli stessi passaggi e in entrambi i casi esistono un'infinità di persone che si coordina, grida al telefono, scrive freneticamente email per far muovere l'ingranaggio che porterà quell'insieme di tessuto, bottoni, fili nei nostri armadi. Chi non lavora nell'ambiente molto spesso è all'oscuro di quanto complessa sia la produzione dell'abbigliamento e quanto strano sia il mondo che ci gira intorno fatto di manager laureati con il massimo dei voti e artigiani che per una vita hanno solo tagliato tessuto, fatto di stilisti che si credono Dio e tecnici che creano piccoli capolavori. Voglio lasciare una traccia e rendervi partecipi (chissà se mai qualcuno leggerà) di tutte le difficoltà , gli ostacoli e le piccole gioie che mi porteranno verso la consegna....a fine maggio Iniziamo

l'inizio della nuova produzione

Ho quasi chiuso le vendite e sono qui ad affrontare nuovamente i problemi di una nuova produzione.
Il primo step sarà ordinare i tessuti ai fornitori sperando che mi diano una mano con i minimi. In Italia purtroppo i tessuti ecologici non hanno grande mercato e i pochi che hanno scommesso su questo segmento lo hanno fatto oculatamente. il che significa che se vuoi determinati tessuti devi assolutamente comprare una quantità minima: di solito 50 mt.
Arriverà un giorno in cui i minimi non saranno più un problema.....
Il secondo passo sarà, una volta programmate le consegne dei tessuti, parlare con il tagliatore: il signor Albino.
E lì inizierà la contrattazione.

A breve ulteriori aggiornamenti.